La regola dei terzi è un accorgimento che è stato utilizzato per secoli dai pittori ed è tuttora molto diffuso nella composizione di una fotografia. Dividendo l’immagine in terzi e ponendo il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie ottenute, si ritiene che l’immagine risulti più dinamica (rispetto ad una composizione che pone il soggetto al suo centro), ma armonica al tempo stesso. La regola è talmente popolare che alcune macchine fotografiche sono dotate di mirini con una griglia di suddivisione in terzi per aiutare il fotografo.
Nel cinema e in fotografia, l’inquadratura è la porzione di spazio fisico (un ambiente, un paesaggio, etc.) inquadrata dall’obiettivo della macchina da presa o della fotocamera. L’atto di inquadrare consente di delimitare con precisione lo spazio che sarà ripreso e al contempo di escludere tutto il resto (che rimarrà “fuori campo”, ossia all’esterno del campo visivo dell’osservatore).
Nel caso del cinema, essendo l’inquadratura protratta per un determinato periodo di tempo (la durata della ripresa), in fase di montaggio assume il significato di “unità di montaggio”: è la porzione della ripresa che rimane integra,
In fotografia, la profondità di fuoco indica un intervallo di tolleranza nella distanza fra il piano della pellicola (o del sensore nelle fotocamere digitali) e l’elemento posteriore dell’obiettivo. Questo concetto viene talvolta confuso con quello (correlato ma diverso) di profondità di campo. La profondità di fuoco si misura generalmente in centesimi di millimetro.
La profondità di fuoco dipende dagli stessi tre fattori da cui dipende la profondità di campo.
Infatti, la profondità di fuoco aumenta:
- se diminuisce l’apertura del diaframma
- se aumenta la distanza del soggetto
- se diminuisce la lunghezza focale
La profondità di fuoco diminuisce:
- se aumenta l’apertura del diaframma
- se diminuisce la distanza del soggetto
- se aumenta la lunghezza focale
In fotografia, il termine esposizione indica il tempo durante il quale l’elemento sensibile (pellicola fotografica, per la fotografia tradizionale o sensore elettronico, per quella digitale), resta esposto alla luce che passa attraverso il sistema ottico (obiettivo) (vedi: tempo di esposizione); più spesso, in gergo tecnico, la stessa parola indica la quantità totale di luce che nel suddetto periodo passa attraverso il sistema ottico. L’esposizione si misura in EV (valore di esposizione) ed è determinata con l’ausilio dell’esposimetro.
L’esposizione è definita come esposizione = intensità luminosa × tempo
e pertanto dipende dalla combinazione tra le impostazioni del diaframma,